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LO ZEN E L’ARTE DEL DISEGNO, VOL. 1
12 Marzo 2010
Flavio Ferron, 41 anni, di cui 27 dedicati all’arte del disegno: illustratore, disegnatore, autore, insegnante… Dal 2003 art-director da Piemme, dopo una vita passata a disegnare personaggi Warner Bros., Hanna & Barbera, Disney senza dimenticare il mitico Tiramolla. Scusate se è poco…


Direi che sei nato con una matita in mano.
In effetti, da bambino. La mia passione per il fumetto, o meglio per l'immagine nella sua completezza, è stata molto precoce. A 14 anni mi sono iscritto alla Scuola del Fumetto di Milano (allora era possibile), dove ho cominciato a capire…e a sperimentare. Ho così conosciuto un linguaggio affascinante e complesso, che mi era necessario per esprimermi con completezza.

Quanto è durato il corso?
Il corso vero e proprio 4 anni, anche se in realtà non è mai finito. Ancora oggi sono disponibile e ricettivo ad apprendere nozioni nuove di questo linguaggio multiforme e inesauribile per stimoli e quantità di informazioni.

Un percorso lungo dunque...
E a volte imprevedibile: ho iniziato reggendo tra le mani una matita e oggi uso la penna ottica. A lungo sono stato illustratore e disegnatore di fumetti, animatore e character designer, ma ho lavorato anche in pubblicità, saggiandola in tutti i suoi aspetti, e in molte altre applicazioni di quest'arte eclettica, duttile e dalle potenzialità infinite.
 Ssschhhh... L'artista è al lavoro.
C'è qualche personaggio a cui sei particolarmente legato?
A tanti… ho avuto la fortuna, la possibilità e il piacere di lavorare negli anni per quasi tutte le property umoristiche e non, divertendomi e imparando da ognuna quel qualcosa che mi ha consentito di crescere. Comunque quello al quale sono più legato e affezionato è Geronimo Stilton, in tutte le sue declinazioni; simpatia estetica... o meglio empatia... è la definizione corretta.

Da che cosa nasce questo feeling?
È molto semplice: è l'autore/editore (Edizioni Piemme, ndr) che mi consente la più libera creatività nella traduzione signica ed espressiva del personaggio. Vi è sempre qualcosa di nuovo e, sebbene siano trascorsi già 7 anni, questa collaborazione ancora mi spinge a crescere creativamente e mi motiva artisticamente nel mio duplice ruolo di illustratore e art-director.

Che cosa consiglieresti a chi vuole diventare un disegnatore professionista?
Consiglierei, ovviamente, un percorso didattico completo all'interno di una struttura che tratta di fumetto. Disegnare sembra facile e istintivo, ma le informazioni e le abilità da sviluppare sono tante, soprattutto in una prospettiva professionale: l’impostazione al disegno in generale, il linguaggio dell'arte sequenziale, il personaggio nella figura umoristica e anatomica per una conoscenza a 360° della forma e dei somatotipi, la prospettiva e la composizione per la gestione dei background e, non ultimo, l'aspetto narrativo. E poi tutte le tecniche di inchiostrazione e di colorazione, dalle manuali alle digitali, i generi e gli stili... e davvero molto altro…

Quali sono le qualità fondamentali che deve avere chi fa il vostro “mestiere”?
Applicazione, dedizione, passione, interesse e spirito di osservazione sono elementi necessari per arrivare alla capacità di tradurre il tutto nel linguaggio del disegno. In sintesi? Sinestesia percettiva.
Tuttavia dovessi definire in un solo concetto ciò che non deve mancare a chi tratta di immagine, beh, direi la capacità evocativa, narrativa e interpretativa.

E al contrario: che cosa non si deve fare?
Non ci si deve assolutamente sentire mai completi, appagati e convinti di sapere tutto. Non dimenticate mai che il disegno è forma espressiva complessa e articolata. In altre parole, non bisogna non perdere la voglia di scoprire, conoscere e accettare di aver sempre ancora qualcosa da imparare.